mercoledì 30 maggio 2012

Retoriche


Il dilagare di questa retorica sul terremoto è sicuramente legata alla repentina e devastante capacità distruttiva degli eventi sismici, in grado di riorganizzare le priorità e rendere desiderabile ciò che fino a poco prima poteva apparire del tutto superfluo, costringendoci a ricominciare sempre da troppo lontano. 

Negli anni abbiamo conosciuto terremoti politici, giudiziari, scientifici, culturali, sportivi dai quali provare a trarre una lezione che potesse permetterci di andare avanti con maggiore serenità. Non so quante volte abbiamo potuto chiamarci soddisfatti ed osservare compiaciuti qualche trasformazione, ma i terremoti veri sono un'altra cosa: le persone muoiono, le comunità si smarriscono, cadono punti di riferimento, simboli, e ritornare ad una frugale quanto rituale quotidianità per molti diviene impensabile. 
Credo che solo così si possano giustificare e comprendere le retoriche che vogliono i due milioni di euro di una parata devoluti ai terremotati. Un gesto insignificante e demagogico capace forse di alleggerire le coscienze, ma implicitamente di schiacciare il significato di una celebrazione come quella del 2 giugno a quel macismo militare che certamente poco somiglia a questa nostra Italia, ma che in fondo vuole ricordare il servizio dello Stato a questa nostra Repubblica che, nonostante tutto, sta provando per l'ennesima volta a rinascere dalle proprie macerie.


giovedì 24 maggio 2012

Niente

A quest'ora avrei dovuto essere in giardino a falciare il prato alla ricerca di un senso di svagatezza che potesse allontanarmi dalle innumerevoli questioni che continuano a frullarmi per la testa. Elencarle sarebbe tanto inutile quanto noioso, vi finirei impigliato senza via d'uscita, così scrivo per svagarmi: parole vuote senza significato che non vogliono dire nulla più di quello che stanno già dicendo: niente.
A Capo - Ricomincio alzando lo sguardo, mi incanto a guardare la barra lampeggiante sullo schermo che riproduce questi stanchi momenti di inutilità. E' strano, ma ora non mi spiacerebbe accompagnarmi al ronzio di quella mosca che fino a qualche istante fa importunava le mie orecchie: il sottofondo delle auto di passaggio condite dal mormorio di sirene o clacson non allieva il mio rimpianto. Con quella mosca avrei finalmente la mia distrazione ed i prossimi minuti non mi apparirebbero così vuoti ed insignificanti. Avrei la mia missione, inuntile si intende, ma comunque un azione, buona per aggiustare questi momenti. Avrei potuto riempirli meglio di così? Sicuramente! Il prodigio kafkiano di Gregorio Samsa è un avvertimento, questa futile spirale deve lasciarmi andare...facebook!!!  Desolante ricaduta....

mercoledì 2 maggio 2012

Ricominciare

Per ricominciare credo che quanto segue sia davvero appropriato.

"Non ho mai creduto che la vita imiti l'arte, è una boutade che ha avuto fortuna perchè è facile, la realtà supera sempre l'immaginazione, per questo è impossibile scrivere certe storie, pallida evocazione di ciò che fu davvero. Ma lasciamo perdere le teorie, la storia te la racconto volentieri, ma se vuoi la scrivi tu, perchè su di me hai un vantaggio: non conosci chi l'ha vissuta. 

Per la verità lui mi ha solo raccontato l'antefatto, la conclusione l'ho saputa da un suo amico di poche parole; fra noi ci limitiamo a parlare di musica o di teoria degli scacchi, probabilmente se Omero avesse conosciuto Ulisse gli sarebbe sembrato un uomo banale. Credo di aver capito una cosa, che le storie sono sempre più grandi di noi, ci capitarono e noi incosapevolmente ne fummo protagonisti, ma il vero protagonista della storia che abbiamo vissuto, non siamo noi ma la storia che abbiamo vissuto."

(Tratto da "Fra generali" in "Il tempo invecchia in fretta" di Antonio Tabucchi)


Cortocircuito

Alla fine dunque ci siamo. Assisto impotente ad un appiattimento culturale per me inverosimile. I fatti di Genova me lo mostrano crudamen...