Mi scuserà Papa Gregorio XIII ma sono sempre più convinto
che settembre sia il primo mese dell’anno. E’ evidente che in questo
particolare periodo in cui le giornate si accorciano freneticamente, le
temperature si incamminano verso il freddo, la gente riprenda quel naturale
ritmo vitale che l’estate ci aveva in ogni modo invitato a trascurare.
Così a settembre ri-iniziano i grandi avvenimenti, il mondo
sembra riappropriarsi di quei ritmi dimenticati per immergersi in una tempesta
di date, eventi, e azioni. La scuola, il lavoro, le strade, lo sport, la tv, i
quotidiani, la vendemmia, i treni, i tram, le palestre, i cinema, e perfino la politica si
muovono verso un nuovo inizio, una nuova stagione di cambiamenti e
trasformazioni.
Credo ci si confronti con uno spartiacque che ogni 12 mesi ci
inganna, e ci invita fare bilanci
rispetto a ciò che è stato e ciò che potrà essere in un vortice di
pensieri, preoccupazioni ed idee.
Quindi realizzo che questi tempi non sono così diversi da
ieri, e che in fondo è affascinante rifugiarsi nella convinzione di poter cambiare
ogni cosa lanciandosi verso in un nuovo inizio, lottando strenuamente affinché
sia diverso dal precedente e contemporaneamente non rischi di diventarne una
volgare imitazione, sempre alla ricerca di opportunità in cui riconoscere il
valore del nostro passato.
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